Report


Resistenza agli inibitori CDK4/6: uso della biopsia liquida nella pratica clinica per identificare la presenza di mutazioni di KRAS nel ctDNA e la sovraespressione di CDK9 in esosomi derivati dal plasma

Presentato da:

L. Raimondi, et al.
Department of Medical-surgical Sciences and Biotechnologies, UOC Territorial Oncology - Aprilia (LT) – ASL Latina, University of Roma “Sapienza”, Latina


  • Malgrado i miglioramenti terapeutici, tutti i pazienti (pz) prima o poi acquisiscono resistenza agli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti 4/6 (CDK4/6).
  • La presenza di mutazioni di KRAS è ritenuta essere la causa principale di resistenza in vari tipi di tumore, ma non è stata analizzata in maniera approfondita nel tumore mammario nell’era della terapia palbociclib + fulvestrant (P + F).
  • In questo studio, utilizzando la metodica della biopsia liquida, si è analizzata la correlazione tra DNA tumorale circolante (ctDNA) KRAS-mutato e sovraespressione di CDK9 con la resistenza a P + F come trattamento di prima linea in pz con tumore mammario metastatico (MBC) positivo per i recettori ormonali/negativo per il recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HR+/HER2-).
  • In totale, sono stati raccolti 948 campioni di sangue da 106 pz con MBC HR+/HER2- trattati con P + F come terapia di prima linea per malattia metastatica (dicembre 2017 - marzo 2020).
  • Per la determinazione dei livelli di KRAS ctDNA è stato utilizzato un sistema di reazione a catena della polimerasi digitale su goccia (ddPCR) Bio-Rad QX200.
  • L’espressione di CDK4/9 è stata analizzata con kit exoRNeasy.
  • La presenza di mutazioni di KRAS è stata rilevata nel ctDNA del 54% (57 pz) dei pz prima dell’avvio del trattamento con P + F e ha mostrato un’associazione significativa con lo sviluppo di resistenza, il rischio di recidiva e la prognosi (p <0,001).
  • Al follow-up a 18 mesi (1-NA), la PFS mediana è risultata pari a 3 mesi (1-6 mesi, intervallo di confidenza [IC] al 95% 0,8-3,6) nei pz con ctDNA KRAS-mutato e sovraespressione di CDK9 rispetto a non ancora raggiunta in caso di livelli non rilevabili di KRAS ctDNA (p <0,001).
  • È stata dimostrata l’esistenza di un’associazione tra numero circolante di copie/ml di ctDNA KRAS-mutato e carico tumorale, con un numero maggiore di sedi metastatiche correlato a un numero più alto di copie di ctDNA mutato (p <0,0001).
  • Inoltre, un rapporto linfociti-monociti (LMr) più basso (<5,0) è stato associato a progressione della malattia entro 12 mesi (p <0,001).

Conclusioni e prospettive

  • Malgrado i limiti dello studio, i risultati ottenuti suggeriscono che la rilevazione dei livelli di KRAS ctDNA, che correlano con la sovraespressione di CDK9, consente di predire l’insorgenza di resistenza al trattamento P + F.
  • Il monitoraggio dello stato di KRAS con biopsia liquida potrebbe permettere di predire il beneficio conseguibile con il trattamento P + F e di offrire piani di trattamento altamente personalizzati.
  • Con una selezione attenta del trattamento, si potrebbe ridurre lo spreco di risorse e garantire ai pz la miglior qualità di vita.




Abemaciclib nel tumore mammario precoce ad alto rischio

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nextMONARCH: analisi finale della sopravvivenza globale associata ad abemaciclib in monoterapia o in combinazione con tamoxifene in pazienti con tumore mammario metastatico HR+, HER2-

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Descrizione longitudinale di studi clinici per lo sviluppo di inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti

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